Sin
dal nostro arrivo, nel giardino di casa vi erano due grossi cespugli
di rose, degli ibridi di tea del rosa più rosa che una rosa
possa avere: piantati simmetrici sotto un vecchio ciliegio, e con
la tendenza a "filare" per raggiungere la luce. Rose più
brutte non riesco a immaginarne: ciononostante non sono mai state
estirpate, e sopravvivono anche a drastiche potature di ringiovanimento
che somigliano tanto a piccoli tentativi di omicidio. A fine dicembre,
finalmente liberate dall'ombra del ciliegio, erano ancora tutte in
fiore: piccoli, intirizziti boccioli spuntavano sui loro lunghi steli.
Portati in casa, si sono schiusi in una lunga, morbida fioritura:
le coppe un po' sfatte che ricordano le vecchie rose, i petali verdolini
all'interno e di un freddo, stremato lilla all'esterno. Indimenticabile
regalo di una bruttina stagionata. |
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